giovedì 3 marzo 2016

Come affrontare un colloquio di lavoro sul piano non-verbale?

Negli ultimi anni sono stato chiamato da varie aziende per selezionare o assistere silenzioso a selezioni del personale, così ho raccolto una certa quantità di dati e di impressioni, che vorrei condividere con voi, nella speranza che possano esservi utili qualora vi trovaste in una situazione del genere.

Innanzitutto, al di là dell'ovvio - che per esperienza così ovvio non è, chi si candida per un posto di lavoro dovrebbe essere consapevole che si sta mettendo "in vendita".

La prima impressione è quindi fondamentale, ma come si forma? Quali sono le leve su cui viene misurata nel bene e nel male?

Durante le prime fasi dell'incontro, una delle qualità che, se presenti, agevolano in maniera notevole la creazione di una buona impressione è il carisma, di cui pochi sanno dare una definizione corretta.

Il Sabatini Coletti lo definisce così: "Ascendente su altre persone dovuto a doti intellettuali, fascino o altro".
Mi permetto di aggiungere che questo ascendente dipende in grande misura dai nostri atteggiamenti non verbali, non tanto dalle competenze dimostrate.

L'abbigliamento


Sul piano non-verbale, la prima cosa che colpirà l'occhio dei selezionatori sarà il tuo abbigliamento.
L'outfit va scelto in base alla posizione per cui ti candidi, ma in generale richiede sobrietà, buon gusto e nessuna nota eccentrica o troppo appariscente, poiché ti ruberebbe clamorosamente la scena.

Non vale più il consiglio dei nonni, per cui l'abito buono è sempre la scelta migliore, poiché deve appunto essere coordinato al ruolo per cui ci si candida: segui il consiglio del nonno se ti presenti a una selezione per consulente finanziario o venditore di salone BMW, ma attenzione alla giacca e cravatta o al tailleur impeccabile se andrai davanti a un team di creativi che cerca un grafico pubblicitario.

Se riesci a trovare un accessorio particolare che attiri l'attenzione nella giusta misura - senza rubarti la scena ma dandoti un plus - e che si faccia ricordare insieme a te, è un'ottima cosa.

Non è una scelta semplice ma ti faccio un esempio: circa dieci anni fa ho comprato una borsa di cuoio marrone molto spartana, una specie di cartella come quelle che negli anni settanta i bambini usavano alle elementari. Da allora l'ho sempre portata con me, spesso attaccata alla canna della bicicletta, ed è tuttora piena di cose che mi porto in giro (un libro, l'agenda, il tablet, gli occhiali da vista e quelli da sole, ecc).

Gli anni di utilizzo le hanno conferito un'aria talmente usata che fa spesso un certo effetto su molte delle persone che incontro, al punto che un giorno un imprenditore mi offrì una cifra di euro considerevole per averla.
Ovviamente non me ne separai, ma sono pronto a scommettere che quell'uomo si ricordi di me anche grazie alla mia borsa. Forse non ricorderà il mio nome ormai, ma è probabile che qualche volta abbia pensato alla mia borsa, e quindi a me.

Un accessorio interessante è in grado di lasciare a sua volta una buona impressione a livello sensoriale e spesso moltiplica per due ciò che lasceresti nell'aria senza averlo con te: dovendo scegliere tra tanti candidati, il selezionatore potrà dire "Ah sì, era quello con..."

Lo sguardo


La seconda cosa che colpirà i selezionatori sarà il tuo sguardo.

Ricorda che le persone con le quali siamo maggiormente a nostro agio sono quelle con occhi limpidi e sorridenti.

Proprio gli occhi, da che mondo è mondo, ci permettono di riconoscere la buona volontà e l'umanità di una persona, quindi offri i tuoi in maniera chiara, non essere sfuggente ma nemmeno invadente.

Lo sguardo aperto è indice di interesse e disponibilità, come il sorriso.

Il sorriso


Riguardo al sorriso, è bene ricordare che psicologicamente è un suggello di alleanza e per questo non deve essere elargito in continuazione.

Ho visto troppi candidati con gli angoli della bocca all'insù, sebbene questa sembrasse più una smorfia di tensione che un vero sorriso, poiché gli occhi non erano complici dell'emozione simulata.

L'autentico sorriso, al contrario, accende sempre prima gli occhi e solo dopo fa muovere la bocca. Un sorriso dettato dalla tensione o, peggio, da uno sforzo innaturale, è più dannoso che altro.

La stretta di mano


Come ho già scritto nell'incipit di un altro articolo su questo blog, è meglio non fiondarsi a dare la mano per primi, ma attendere che ci venga offerta da almeno uno dei selezionatori.

Se hai seguito uno dei tanti corsi american style sul potenziamento personale e sull'ottenimento del ruolo UP con il tuo interlocutore, quelli in cui ti viene detto di dare la mano all'altro girando la tua con il dorso in alto per comunicare inconsciamente la tua superiorità, dimenticatelo!

Porgi la tua mano in maniera naturale, mantenendola perpendicolare al terreno, senza voler dare dimostrazioni di forza o di maestria al calcio balilla e mantieni la presa per un tempo normale, che è quello dettato dal tuo ospite: non essere sfuggente ma nemmeno maniacale nel trattenere la mano dell'altro più di qualche secondo. E soprattutto guarda sempre la persona negli occhi mentre le stringi la mano. Anche su questo punto devo dire che ho visto troppi candidati stringere la mano in maniera seriale, dandola a Tizio ma guardando Caio che è il successivo a cui stringerla. 

Sedersi


Cerca di sederti comodo, occupando tutta la seduta e appoggiandoti allo schienale in maniera rilassata (non svaccata): questa postura ti aiuterà a conquistare calma e autocontrollo. Non appoggiarsi allo schienale, o peggio occupare solo la parte anteriore della seduta, ti farà sembrare provvisorio, insicuro e profondamente down.

Quando ti accomodi cerca di assumere una precisa posizione mentale: non sono qui per ottenere un lavoro, ma perché ho qualcosa da offrire. Di conseguenza anche la tua postura fisica andrà a coordinarsi e susciterai sicuramente più interesse.

Se senti profondamente di avere qualcosa da offrire il tuo corpo assume dinamicità e i suoi movimenti diventano più stimolanti. 

Se, al contrario, ti presenti al colloquio determinato solo ad ottenere qualcosa, il tuo corpo sarà naturalmente più passivo e con un tale atteggiamento è ben difficile convincere qualcuno che non può fare a meno di te.

Informati prima sull'azienda


Uscendo dal tema non-verbale, ecco un'ultima dritta da non sottovalutare.

Mia nonna usava un'espressione colorita per definire chi non è consapevole di qualcosa, diceva in dialetto "quello è venuto giù dal fico".

Cerca di non essere un fico caduto in questo senso.
Oggi esiste il web e hai una grande opportunità di informarti con dovizia sull'azienda che sta per riceverti.

Questo ti permetterà di dimostrare che l'azienda stessa ti sta a cuore e che conosci alcuni particolari in più rispetto agli altri candidati che, fidati, non avranno probabilmente investito il loro tempo in questa ricerca.

Quando qualcuno si mostra interessato a te non ti risulta forse più coinvolgente?


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